Remo Remotti
18 novembre 2014 – 8 gennaio 2015
Un uomo unico. Un artista eclettico. Un personaggio fuori dalle regole. Uomo di teatro, scrittura, poesia, recitazione, performance. Ma anche artista visivo per oltre sessant’anni.
In occasione del suo 90esimo compleanno dal 18 novembre presso la Galleria De Crescenzo & Viesti a Roma
Remo Remotti presenta
Ho rubato la marmellata
una raccolta di opere curata da Gianluca Marziani.
LA VITA
Remo Remotti (Roma, 16 novembre 1924) è un umorista, poeta e attore italiano, nonché pittore, scrittore, scultore, cantante e drammaturgo.
Ha lavorato, tra gli altri, con Francis Ford Coppola, Marco Bellocchio, Nanni Moretti, Ettore Scola, i fratelli Taviani, Werner Masten, Peter Ustinov, Nanni Loy, Maurizio Nichetti, Carlo Mazzacurati e Carlo Verdone.
Nasce a Roma nel 1924, rimane orfano di padre a 12 anni, si laurea in legge e si trasferisce in Perù dove scopre il mondo dell’arte frequentando corsi serali. Rientrato in Italia trova lavoro a Milano e nel 1960 si sposa con Maria Luisa Loy, sorella del regista Nanni Loy. Frequenta l’ambiente artistico milanese ed espone i suoi quadri in gallerie private. Nel 1968 si trasferisce in Germania, dove era già stato per qualche tempo nel 1964 come assistente di Emilio Vedova, e vi rimane fino al 1971.
Successivamente torna a vivere in Italia e inizia il suo lavoro nel mondo dello spettacolo con Marco Bellocchio, Renato Mambor, Rodolfo Roberti, Nanni Moretti, Carlo Mazzacurati, Egidio Erodico e altri. Ha scritto e messo in scena quattro suoi pezzi teatrali. Nel 2001 è tra gli interpreti della serie televisiva Casa famiglia. Inoltre, ha recitato in Stiamo bene insieme, Quei due sopra il Varano, I Cesaroni, Il Papa buono, Un medico in famiglia ed è apparso nella trasmissione televisiva Chi ha incastrato Peter Pan?.
Ha preso parte a numerosi cortometraggi ed è stato premiato due volte come migliore attore. La prima con il regista Claudio Proietti e la seconda al XV festival di Trevignano 2009. Dagli anni duemila si cimenta in spettacoli dal vivo accompagnato da amici artisti quali Paolo Zanardi, gli Elettrofandango, Antonello Salis, Andrea Evangelisti e il presentatore Vladimiro.
LA MOSTRA
Come scrive Gianluca Marziani in catalogo: “…Adesso vi racconto un Remo Remotti che solo alcuni conoscono….
L’opera sfugge al margine delle categorie, attraversa i generi per ribaltarli nel loro contrario, in sintonia con un certo clima Anni Sessanta, quando le contaminazioni linguistiche erano spontanee e realmente innovative.
La sequenza del catalogo evidenzia il filo rosso che cuce assieme la vertigine figurativa, la passione per il materiale povero, l’intuito cromatico, l’ironia dietro ogni geometria, il valore ideologico del frammento, la simbologia di alcuni archetipi primari (il triangolo e il cubo in particolare).
……..Tutto pare immobile eppure le opere trattengono lo stesso grido sussurrato delle performance poetiche.
Remo Remotti ha saputo gestire l’incazzatura militante, sublimandola nel modo muscolare di costruire il lavoro, nello sforzo compresso ma leggibile, in quel meccanismo manuale di SCRIVERE PER IMMAGINI.