Luca Maria Patella
una “Visione” della Cultura
22 Maggio 2002
INAUGURAZIONE MERCOLEDì 22 MAGGIO 2002 ORE 19.
Alcune Opere Fotografiche, from Madmountain.
Grandi opere a colori, riprese da Luca Maria Patella, con apparecchi da lui ideati e realizzati, e che rimettono in vigore le tecnologie dell’Archeologia Fotografica (da William Henry Fox Talbot, a Luis Ducos du Hauron): “senza macchina fotografica, senza pellicola a colori, e senza interventi manuali, né digitali. Come, allora: per magia?..”.
Luca Maria Patella è un percursore dell’introduzione della Fotografia e dei Media nell’Arte, non solo italiana (’62 – ’02): per promuoverne la dimensione Concettuale e Multimediale. Il suo non è un “uso” della fotografia, ma una vastissima ricerca “in prima persona”, dalle invenzioni tecnologiche, alla riattivazione dell’archeofotografia, sino alla virtualità digitale.
Michel Baudson[a.i.c.a, Paris, Bruxelles]
Sin qui l’opinione, sull’arte di Patella, di un suo attento esegeta. In effetti l’artista opera, da prima della metà degli anni ’60, nell’ambito dei Media (e non solo in esso: proprio di questi giorni è l’inaugurazione – in una piazza centrale di Bruxelles – di una sua grande “Magrittefontaine”: 4 x 3 metri e oltre 10 quintali di “pierre bleue”, tornita sul profilo fotografico di René Magritte, e commissionata a Patella dal “Comité des Arts de la Ville de Bruxelles”).
Limitandoci alla Fotografia, l’artista ha anche realizzato e preso parte ad innumerevoli mostre internazionali fotografiche e multimediali (ad esempio, a: Paris, London, Koln, Antwerpen, Philadelphia, Dortmund, Liverpool, Reims, Lyon, Bern, Madrid, Varsavia, Sao Paulo, Roma, Milano, Venezia, Napoli), ottenuto premi internazionali, tenuto corsi sperimentali, ed ideato attrezzature e tecnologie originali, come, ad esempio, la “proiezione sferica, non anamorfica”.
In proposito, si potranno consultare i suoi numerosi libri (fra cui: La Fotografia di L. P., (Protoesempi di semiologie analitiche e interdisciplinari), Mantova 1978; Indicazioni per una Antologica, Roma – Milano 1993; I Media verso Art & Non art, Roma 1999; Montefolle, 2002). Per pubblicazioni di altri critici, si puo’ fare riferimento a: Enciclopedia Italiana Treccani; Cataloghi della Biennale Internazionale d’Arte di Venezia (ha partecipato a 6 edizioni); Storia della Fotografia Italiana, Laterza; Mai de la Photo, Reims; Bildgebende Fotografie, DuMont Buchwerlag, Koln.
Nella presente mostra, si possono vedere alcune opere fotografiche, di differenti date e “modi”, quali: il Mare Firmato (Senza Peso), 1965. O le Terre Animate, 1967, che – è stato detto – precorrono la “Land-art”. E le Autofoto Camminanti Sbadate (autoritratti e ritratti, “in atto”); nonché le Immagini & Immaginazioni di Madmountain (paesaggi, dalla mitizzata casa-studio dell’artista in Toscana).
Queste ultime sono grandi opere fotografiche, realizzate magari dal vero e a colori ma: senza macchina fotografica, senza pellicola a colori, e senza alcun ritocco. Come, allora: per magia? No, …invitando a “Montefolle” i Padri della fotografia Storica – quali William Henry Fox Talbot, o Louis Ducos du Hauron – e riutilizzando le loro laboriose tecniche dell’Archeologia Fotografica (…più “vere” del digitale! Ma che contemplano magari, …ore di esposizione, minimi diaframmi, pennelli di luce), unite, naturalmente, ad altre tecnologie recentissime.
Opere fotografiche di Patella sono conservate, ad esempio, presso la Polaroid Corporation di Boston, la Fondazione Matta-Clarck di Antwerpen, il MOMA di New York, il MAMCO di Genève, la GNAM di Roma, o il CSAC di Parma, ed altre Collezioni e Musei internazionali.