José Sanleòn
13 novembre – 6 dicembre 1997
José Sanleòn, artista spagnolo alla sua terza mostra personale a Roma, nella sua pittura “cerca il silenzio per mezzo della concentrazione e cerca di dare profondità al lirismo, che diventa così un lirismo solenne e trascendente”. Persino quando include riferimenti personali, istantanee di riconoscimento, sì allontana da una narratività esplicita. La pittura di sovrimpressioni e piani frarnmentati di Sanleòn può essere intesa come istanti di. visione “nell’insaziabile insistenza di parlare del vuoto, che gli si presenta con una avidità incontenibile, quasi sempre sotto il dominio del nero, o del bianco”.
Sanleòn nei suoi quadri introduce il fotografico, per mezzo delle serigrafie su diversi materiali. Sono immagini che alludono al territorio personale: autoritratti, fotografie di suo figlio o di una città che ha percorso. Nella fotografia si trova il resto di un’esperienza che, circondata dal silenzio, reclama un nome. La riproduzione dà testimonianza di un tempo con una intensità sconosciuta per l’immagine tradizionale. L’interruzione che trascina l’attenzione in un turbine irresistibile, si trasforma in una condensazione fortuita: lo spettatore si sente irresistibilmente forzato a cercare nella fotografia quella scintilla minuscola di imprevisto.