Anita Jensen
Lo specchio dietro
Markku Salo
Trasparente
30 maggio 2001
Lo Specchio dietro la Maschera
Lo specchio ha una valenza simbolica molto forte in tutte le culture. Una vecchia credenza dice che tra l’oggetto e la sua immagine esiste un legame magico: Narciso fissa il suo volto riflesso in uno specchio d’acqua e rimane imprigionato dallo specchio che riflette la sua immagine. Nei lavori di Anita Jensen questo duplice livello specchio-oggetto è ben leggibile. Le foto, casualmente trovate durante is uoi viaggi in Giappone, sono coperte da foglie e da semi secchi; davanti c’è la corazza dell’autocontrollo, dietro la zona delle emozioni.
Lo specchio, il simbolo del mondo onirico, della conoscenza e della sapienza, viene prima nascosto e poi parzialmente rivelato attraverso una grata di piante e semi inariditi: immagine della nascita, della crescita e della morte – cioè della vita stessa.
Per dare forma ed espressione a questo gioco di rimandi, Anita Jensen usa le tecniche della “polymeric gravure” o del “liquid light”, che facilitano e rendono più naturale l’uso della fotografia nella pittura e nell’incisione
Trasparente
Due sono gli aspetti che maggiormente colpiscono nel paesaggio marino finlandese: le grandi distese di ghiaccio e l’estrema lentezza dei cambiamenti di luce in estate. Per Markku Salo questo paesaggio è la sua “banca dati” della memoria, delle emozioni e dell’intelletto. Nei suoi lavori, di grande intimità, questa sensazione della natura viene unita alla creatività artistica ed allo studio della manualità dei maestri del passato.
Markku Salo ha trasportato i riflessi della luce del ghiaccio nella ricerca degli aspetti luminosi del vetro. Questi lavori vengono realizzati con la tecnica di “pate di verre”, dove il vetro riciclato viene macinato e pressato fino a formare dei “disegni” trasparenti. La fragilità dell’immagine trova corpo e spessore nella proiezione dell’ombra di questi merletti di ghiaccio.
Nell’installazione motorizzata “Depends on water” grandi bottiglie, riempite d’ acqua, ballano il loro “walzer lento”, rievocando la memoria del mare di Finlandia.