Andrea Aquilanti
Vedute di Roma moderna
27 maggio – 19 luglio 2013
Artista tra i più sperimentali della sua generazione, Aquilanti è anche uno dei pochi rimasti da cui ci si aspetta sempre la novità e le cui aspettative non vengono mai disattese, per quel rinnovato senso di meraviglia e insieme di abbandono che riesce a imprimere ogni volta ai suoi lavori che richiedono una presenza attiva da parte del fruitore.
Giocando costantemente intorno ai processi di costruzione e di percezione,l’immagine subisce una serie di passaggi che partono dalla sua destrutturazione fino allo sdoppiamento e alla dissolvenza nell’interazione continua con lo spettatore.
In più di vent’anni di attività, Aquilanti ha dato vita a un lavoro di installazione di grande raffinatezza formale, in cui disegno, pittura, fotografia e video-
proiezione tendono a fondersi su un unico piano di rappresentazione, capace di far scaturire inedite e inaspettate visioni. Parte dalla realtà che lo circonda e trae ispirazione dalla storia dell’arte come nel caso dell’installazione appositamente concepita per questa mostra.
L’artista ha fatto ricorso alla serie di dipinti aventi come soggetto “il quadro nel quadro” realizzati dal Pannini nel 1758, dal titolo “Vedute di Roma Moderna”, con l’intento di proporre un cortocircuito temporale. Antico, passato e moderno-contemporaneo si intersecano e dialogano tra loro in una prospettiva di continuità con la tradizione artistica. Qui l’artista, attraverso alcune ingegnose soluzioni tecniche e metodologiche ha destrutturato l’opera del maestro settecentesco nelle differenti, seppur coincidenti tecniche che costituiscono il suo linguaggio artistico, al fine di ricostruirne una versione contemporanea. Ne risulta un’opera nell’opera, dove la fotografia reale e attuale dei luoghi dipinti dal Pannini si fa a sua volta pittura e si inserisce all’interno dell’opera originale proiettata a parete. E qui, appare un disegno a matita che ne delinea il contorno, in un continuo gioco di sconfinamenti di piani e di ribaltamenti percettivi, tra il reale e il virtuale, tra il passato e il presente.
Alberto Dambruoso